Matteo Luoni, drammaturgo, si laurea in Comunicazione all’Università San Raffaele di Milano e si diploma alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Esordisce nel 2015 come autore e regista de L’anatomia degli affetti, con la supervisione artistica di Lucia Calamaro. Nel 2016 prende parte a Santa Estasi – Atridi: otto ritratti di famiglia, diretto da Antonio Latella. Santa Estasi vince il Premio della Critica e il Premio UBU come spettacolo dell’anno. Nel 2017 assiste Antonio Latella per Pinocchio, in scena al Piccolo Teatro di Milano, riscrive Aiace, da Sofocle, assieme a Linda Dalisi, produzione stabilemobile compagnia Antonio Latella, e collabora alla scrittura di Adios, di Simon Waldvogel. Nel Settembre 2017 fa parte dello Studio Européen al CNES-Chartreuse. Per l’occasione, inizia a comporre un testo Le ossa danzanti, che una volta finito, parteciperà, diretto da Pablo Solari, al Bando Registi Under 30 alla Biennale di Teatro di Venezia, classificandosi tra i finalisti. Il monologo Deliquio, diretto da Domenico Ingenito, debutta a Napoli nell’Ottobre 2018. Oltre al teatro, scrive per la comunicazione e la pubblicità a Milano, dove vive.
Le ossa danzanti
Una madre muore e la figlia adulta accudisce il padre, che, in lutto, va a cacciare nel bosco. Il padre spara e ferisce un airone, una poiana e un angelo. La figlia, che di professione fa la fisioterapista, viene visitata da queste figure alate e ferite, che a loro volta cercano di aiutarla. Quando anche il padre muore, raggiunge la moglie nel Cretaceo-Paleocene. I due anziani dinosauri guardano il cielo annerito dopo la caduta del meteorite che li porterà ad estinguersi. Per salvarsi non hanno che una sola opzione: evolversi e farsi crescere le ali, per volare sopra la cortina di cenere.
Le ossa danzanti è la rappresentazione drammatica e giocosa di una famiglia, del loro rapporto con la morte, l’eternità e la natura, in un mondo permeato di uccelli, dinosauri e angeli un po’ zoppicanti, bisognosi di una seduta di fisioterapia.