We publish the journal written by Davide Carnevali, an Italian author, guest at Mousson d’Eté (Pont à Mousson, 21st-27th August) with his text “Lost Words” and at Short Theatre 10 (Rome, 3rd-13th September) with “Confessione di un ex presidente che ha portato il suo paese sull’orlo della crisi” (Confession of a former president who led his country to the edge of the crisis).
Se concepiamo finalmente la Comunità Europea come un organismo politico e culturale omogeneo, è facile riscontrare l’importanza fondamentale di progetti che hanno come fine la connessione tra i differenti contesti culturali e linguistici presenti sul territorio. La tradizione teatrale si è sviluppata in Europa lungo direzioni differenti; ancor di più nell’ultimo secolo, quando i processi di creazione si sono andati adeguando a quelli di produzione e si è formato un vero e proprio mercato teatrale che ha condizionato il modo di proporre teatro e il modo di riceverlo. Il sistema teatrale tedesco, quello britannico e quello francese, ad esempio, sono estremamente differenti tra loro per quanto riguarda i modelli di applicazione di una politica culturale, i sistemi di finanziamento statali e privati, e il ruolo riservato al teatro nella società. Ciò influenza in maniera determinante il modo di fare teatro e di scrivere per il teatro. È estremamente utile per un autore entrare in contatto sia con quei sistemi politico-sociali differenti da quello in cui si è formato; sia con altri autori che sviluppano il loro lavoro all’interno di quei sistemi. Un programma come FABULAMUNDI offre appunto agli autori questa doppia, fondamentale, opportunità.
Ma personalmente credo che il progetto FABULAMUNDI rivesta per un autore italiano un’importanza probabilmente anche maggiore rispetto a quella che riveste per autori di altri paesi. Rispetto a altri paesi, l’Italia manca di tre elementi essenziali per lo sviluppo della drammaturgia contemporanea:
1) un centro nazionale adibito alla sovvenzione e alla promozione della drammaturgia contemporanea sul territorio;
2) un centro di produzione (teatro o festival) di riferimento dedicato alla produzione della drammaturgia contemporanea;
3) un istituto di cultura dedito alla diffusione della drammaturgia contemporanea italiana all’estero.
Ovviamente FABULAMUNDI non può sostituire questi tre elementi, ma almeno supplisce in parte alle carenze generate da questi vuoti istituzionali. Soprattutto in un sistema come quello italiano, che non garantisce né visibilità, né viabilità economica alla scrittura contemporanea, la possibilità di accesso a mercati esteri è una delle soluzioni più ovvie. Per un autore, la traduzione di un testo in altre lingue -soprattutto le lingue veicolari nell’ambito teatrale, come l’inglese, il tedesco, il francese, o lo spagnolo rispetto al teatro latinoamericano- è uno strumento utile di promozione del proprio lavoro. Al di là della circolazione del proprio lavoro, poi, la partecipazione diretta ai differenti festival offre all’autore sia la possibilità di stabilire contatti personali con colleghi e istituzioni esteri; sia l’occasione di misurarsi con le reazioni di differenti tipi di pubblico, aprendo a momenti di riflessione e dibattito. Ascoltare un proprio testo messo in lettura è sempre utile a un autore per operare una valutazione sulla propria scrittura, basandosi sul dialogo con regista e attori, e sulle reazioni degli spettatori, in particolar modo quando si tratta di spettatori “preparati”, come quelli dei festival.
Personalmente, spero che FABULAMUNDI continui a lavorare nella direzione che ha intrapreso, ampliando se possibile la rete di partner coinvolti, ed espandendosi ancor di più sul territorio europeo. Questo mantenendo sempre la qualità dei testi e l’affidabilità delle istituzioni coinvolte come orizzonte primario.